Le birre Smisje, tra stravaganze gustative ed etichette cartoon

Al Nincasi, tra le birre belghe più interessanti, ci siamo imbattuti nelle birre di Smisje.
Ci viene detto da Leonardo che si tratta di un birraio/ingegnere che si buttò anni fa nella produzione di birra.

Decidiamo di prendere la Dubbel IPA e la imperdibile Kuvee Elektrik 979W.
A me ed ad uno dei miei amici di boccale paiono subito birre articolate.
La Dubbel IPA pare di difficile collocazione. Il naso sembra acetico, da brettanomyces. Sembra
avere corpo pieno. A dire il vero si potrebbe descrivere come una belga dolce ma molto luppolata, piuttosto che come una IPA più maltata.


Naso ancora più acetico, lattico, anche per la Kuvee Elektrik 979W, che pare debba il proprio nome da qualche trovata chimico-ingegneristica di natura elettrica per far depositare proteine più velocemente.

Ottimo il cappello di schiuma ma di rapida dissolvenza, gli odori intensi suggeriscono un approccio prettamente degustativo più che beverino.
In bocca è spiazzante davvero, sono davvero impazzito nel capirla. Dolciastra inizialmente, si avvia poi verso l'amaro che ho identificato essere nettamente cioccolato fondente. Il finale,
poi, è acidulo e vinoso. Lo stile di base di una alta fermentazione mi ha fatto pensare all'impronta di cacao di una porter, con un carattere più lattico che amarognolo. L'unico amaro avvertibile pare quello della tostatura, secco ma non duraturo, che si svela proprio tra il cioccolato e l'acetico finale. Davvero
enigmatica, difficile da inquadrare.

A dire il vero non ho trovato qualche descrizione simile a queste mie impressioni, che combaciasse con l'accenno ai sentori di formaggio evidentissimi.
Tanto da farmi mettere anche in conto che potessero anche essere "andate" piuttosto che includerli nelle conseguenze di lieviti selvaggi, ruvido.
Consigliato dall'amico Michele, ho visto che c'è qualche articolo del buon Alberto Laschi (Inbirrerya, ma sul blog originario e non sul sito attuale) sia sulla Dubbel IPA che sulla Kuvee Elektrik 979W, ma anche sulla Kerst con un ulteriore articolo su Fermento Birra, e tanti altri articoli sul blog già citato. Il quale Laschi, raccontando del passaggio dal marchio di nome 'T Smisje al semplice Smisje ed adorandole, racconta comunque ugualmente di un lievito acuto.

E riguardo al birrificio, che in realtà si chiama De Regenboog, riporto integralmente il suo racconto, aggiungendo che è la prima volta che vedo in etichetta, oltre ai dati della birra, anche l'indirizzo mail smisje@pandora.be:

[...] Allora è proprio una … moda, o un … problema. Intendo dire i social networks, in primis
Facebook. La moda (o il problema) sembra essere diventata quella di perorare cause birrarie (vere
o presunte tali) attraverso la creazione di gruppi più o meno numerosi di supporters focalizzati su tali obiettivi. Ha comunque dato loro ascolto la Duvel Moortgat, che ha rimesso in produzione la propria Duvel Triple Hop spinta dal “peso comunicativo” di 10.000 fans di questa birra “raggruppatisi” su Facebook. Non si sa se l’ha fatto per scherzo o sul serio, ma Johan Brandt comunque l’ha fatto: ha postato su Facebook un “messaggio” nel quale promette che se  almeno 20.000 fans glielo chiederanno, ogni anno che verrà rimetterà in produzione una delle sue birre “vecchie”, quelle che ha smesso di produrre da quando ha aperto il nuovo proprio impianto di produzione. Io la faccio da subito, questa sollecitazione, anche senza Facebook, sentendomi molto orfano della Kuvee Elektrik, della Catherine, della Dubbel Ipa, della ‘T Smisje Dubbel e Tripel (tanto per citarne qualcuna) che
il bel Johan ha tolto dalla produzione.
Traslocando nel 2009 da Assebroek (un sobborgo di Bruges) a Mater, infatti, nel nuovo impianto di
produzione da 2.200 litri a cotta appartenuto al birrificio olandese (chiuso dal 1995) De Teut uit
Neerpelt, le birre non hanno perso solo la ‘T che di solito si trovava prima del nome, ma si sono
perse proprio. Per esplicita ammissione dello stesso patron della Smisje, riportata fra virgolette in un recente nostro post, dopo aver risolto i problemi legati alle diverse modalità di fermentazione legate al nuovo impianto, di fronte ad un problema ancora più grosso di spazi e di stoccaggio, apparentemente irrisolvibile, ha deciso che era meglio tagliare la testa al toro: via tutte le birre, facendo una clamorosa tabula rasa, e punto a capo,  con una sola, nuova, birra, la Smiske (con la Kerst che sarà regolarmente ri-brassata in occasione delle festività natalizie). Un triplo salto mortale per questo birrificio, nato nel 1995 con un nome diverso dall’attuale (De Regenboog, l’arcobaleno, dal nome della stamperia di famiglia, prima attività lavorativa di Johan e consorte), partito da una produzione casalinga di 120 lt. a cotta nella piccola (3 metri per 4) cucina di casa, che affacciava sull’altra grande passione di Johan, l’apicoltura, praticata nel giardino della casa stessa. Disegnatore delle proprie etichette, Johan Brandt ha progressivamente scalato molte postazioni nella ideale graduatoria dei migliori produttori di birra artigianale belga, fino ad arrivare al mercato USA, grazie alla esportazione oltreoceano organizzata dal colosso B. United International. E adesso la scommessa della “vita nuova”, con una birra nuova, la Smiske appunto.[...]

Commenti

  1. l'acetico è prodotto da batteri acetici, non dal bretta

    a leggerti hai bevuto due birre vecchie e infette, proprio perchè vecchie l'infezione dev'essere partita totalmente per la tangente. quelle birre sono prodotto nel vecchio birrificio e quindi hanno come minimo due anni...

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  2. Quindi...mi suggerisci un'infezione batterica più che presenza di lieviti indesiderati.

    E già...probabilmente erano proprio andate perchè vecchie...

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  3. ti suggerisco un'infezione...

    erano andate perchè il birraio non è nuovo a queste zozzate purtroppo (anche se partotisce anche gioielli). l'età può solo peggiorare le cose

    col nuovo birrificio spero che le cose vadano meglio, ho avuto un solo assaggio (peraltro entusiasmante)

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