I nuovi mosti: Birranova Moscata 2013

Stacco, lascio del tutto e torno a casa.
Curve morbide con Miles in radio che sotto la pioggia mi accompagna verso Triggianello, direzione La Cantina della Birra. Un po' per consolarmi, un po' per recuperare le sane abitudini delle ore piccole e delle chiacchiere libere.

Lo scoramento lascia spazio alla scoperta, ad un tuffo nei gusti di casa elaborati da mani che conosci ormai bene, ma che qualcosa di cui stupirti te la riservano sempre.
Birranova per il terzo San Martino consecutivo propone la sua versione di birra realizzata con mosto di vino e vinacce.

Il bello di un blog-diario come questo, nato più o meno quando il pugliese medio cominciava ad aprire gli occhi su ciò che succedeva intorno, è che si può anche ricostruire un cammino, una storia, un'evoluzione.

La storia parte dal 2011 con la Martina, birra dai 7%alc. davvero sperimentale, non troppo d'impatto ma pur sempre un inizio sul fronte delle fermentazioni miste di questo tipo.
Non ho mai avuto una fortissima predilezione verso questi fermentati misti orzo-uva, ma con il tempo ho imparato ad odiarne i tentativi mal riusciti quanto ad ammiccare verso le sensazioni "bonus" regalate da queste commistioni,quando ben riuscite.

La birra ha poi cambiato ricetta ma anche nome, diventando nel 2012 la Moscata ed utilizzando uve Moscato. La ricordo come una buona birra, almeno a novembre, fresca di produzione. Nei mesi successivi la freschezza delle uve cedette il passo ad un etilico, con 8%alc. un po' spigolosi, cambiandone non poco il carattere complessivo.



In questo autunno 2013 il caro Donato ha voluto fare qualche passo in più, dando alle uve ancor più spazio.
Non ho il dato percentuale della proporzione in peso tra uve Moscato e malti, anzi ne avremo sicuramente parlato in uno degli assaggi precedenti al lancio, ma quando la compagnia e l'intimità prevalgono sul tecnicismo non importa più a nessuno dei numeri...e va benissimo così.
C'è da dire che la presenza del Moscato questa volta è davvero esplosiva, e oserei dire...finalmente!
Ciò che viene fuori è un inequivocabile sentore di pera, contornato da altra frutta a polpa gialla come banana, forse mango, questi ultimi in misura minore. La birra è salita a 10%alc. e risulta davvero secca. La temperatura di servizio alquanto bassa si dimostra inaspettatamente ideale per la secchezza ed il corpo morbido ma decisamente esile. Il tutto è unificato dal calore etilico meraviglioso che esala ad ogni sorso.


Me l'aspettavo buona ma non così buona, sono sincero. E' buona da fare male, davvero "pericolosamente beverina", espressione fin troppo inflazionata ma che nasce appositamente per birre molto alcoliche e di facilissima beva.
Azzardo una previsione per questa Moscata: la vedrei quasi come birra di Natale, nel senso belga del termine, sia per il grado alcolico che per il calore, ma anche per la quantità di esteri fruttati che ti invade.
Sarà curioso anche vederne l'evoluzione in bottiglia, dato che sarà possibile anche trovarla in questo formato, ulteriore novità rispetto agli anni passati.

Il ritorno a casa è sempre più curvo e più dolce, ma più caldo ed affettuoso.

Cheers!

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