Due Pannepot a confronto: Reserva 2009 e Gran Reserva 2008

E' ora di riprendere e di scrivere il primo post di quest'anno, portando il mattoncino targato 2014 sul muretto dell'archivio.

Le bevute di questo periodo festivo sono state molteplici, non sempre a tema natalizio.
Unico filo comune che riesco a trovare è quello che viene fuori da due birre simili, essendo due versioni di una stessa birra base.

Diverso tempo fa la Pannepot mi impressionò, ma erano altri tempi sia per offerta birraria a cui ero in grado di accedere, sia per gusti e capacità che sicuramente erano non ancora sviluppati a pieno.
Mi ero lanciato anche nell'assaggio di diverse edizioni, della stessa annata ma con diverse ricette realizzate per altrettanto diversi mercati.
Stavolta, invece, ho avuto a che fare con diverse annate e diversi invecchiamenti.

La prima è Pannepot Reserva 2009. Birra che porta ben in vista l'annata e l'indicazione di "aged on oak".
Al naso sbucano subito frutti rossi e ribes per un aroma complesso, ma è subito evidente uno scarso apporto dell'invecchiamento in rovere, che se non indicato in etichetta non avrei riconosciuto.
In bocca ancora frutti rossi ed arriva subito il cacao e tanto fondente, mentre i tostati non si trovano a partecipare in prima linea. Soffice e morbida si presenta e continua a mantenersi la schiuma, mentre il corpo mediamente pieno la rende neppure troppo ostica.
Difficile collocarla nella categoria Barrel Aged se non per le intenzioni, anche se ad onor del vero è una birra acquistata lo scorso anno (seppur conservata in buone condizioni) quando l'ho trovata sugli scaffali di diversi beer shop.

Devo confessare di averla trovata particolarmente azzeccata, però, accompagnata ad una faldacchèa, strepitoso dolce murgiano di pasta reale in cui è affogata un'amarena sotto spirito, ricoperto esternamente da cioccolato bianco. In particolare l'amarena ed i leggeri frutti rossi si sono incontrati e sfiorati: detenuto e rispettiva compagna che si telefonano attraverso il vetro della sala incontri di un carcere. Esaltante.

La seconda versione che ho bevuto è la Pannepot Grand Reserva 2008. Non sapevo esattamente per cosa stesse quel "Gran" e non pensavo fosse solo riferito ad una distanza temporale maggiore rispetto alla suddetta Reserva 2009, ci sarebbe stato dell'altro. Il sito dei De Struise non è minimamente orientato ad informare di questo, rimanda solo a Ratebeer dove è contenuta una piccola descrizione commerciale.
Ed eccole.

Pannepot Reserva su Ratebeer:
The Pannepot Reserva was an idea from my brew collegue Carlo who wanted to age Pannepot in genuine French oak barrels (barrique 225 liters). We have brewed 90HL at the end of 2005 which has been aging on oak ever since (14 months). 30 Hl was bottled Tuesday 8th May 2007. 60Hl has been transferred now to second hand calvados oak vessels and will be bottled again early autumn 2007, we will name that batch Pannepot Grand Reserva. As quality and results rule at Struise, the Reserva was already brewed again and aging on oak.
Pannepot Gran Reserva su Ratebeer:
Our PGR has aged for 24 months on oak barrels and has been bottled for the first time on the 27th of December 2007. The main difference with the Pannepot Reserva is that PGR matured the last ten months on Calvados oak barrels, adding extra complexity to the beer. We dedicate this beer as a tribute to Jeppe & Michael of Ølbutikken in Denmark. Those gentlemen were the first to discover our beers on an International basis back in 2004 and are responsable somehow for our beers being all over the globe since then. As a token of gratitude towards Jeppe & Michael, the first shipment of PGR was scheduled to Ølbutikken so they could be the first to launch its commercialisation.

Dunque, la differenza in effetti sta innanzitutto nei mesi di invecchiamento in botte: la cotta pare sia divisa in due dopo un invecchiamento di 14 mesi in botti di rovere francese, e così una parte viene imbottigliata come Pannepot Reserva e l'altra passa altri 10 mesi in botti che hanno ospitato Calvados (famigerata famiglia di distillati di sidro di mela) prima di prendere il nome di Gran Reserva.
Le annate riportate, a parti invertite, mi avrebbero dato probabilmente la stessa cotta suddivisa e sfasata così nel tempo, ma la situazione è opposta per cui, facendo analoghe considerazioni del trafiletto di descrizione, questa Gran Reserva 2008 è stata prodotta nel 2006.
Risolto il dilemma, stappo e sento. Col senno di poi mi compiaccio aver individuato in questa versione un aroma decisamente più legnoso e vanigliato, mentre ora capisco perchè un richiamo al vinoso non era una sensazione sbagliata considerata la natura del distillato di cui era impregnato la seconda botte di invecchiamento.
Qui sicuramente spicca di più in bocca altro: note di caramello mou più evidenti. Commettendo la leggerezza di averla stappata piuttosto fresca, ho perso metà dei sorsi in supposizioni poco precise, ma nel finale il carattere amarognolo anche un po' più luppolato è venuto fuori. Anche qui si ripete lo schema con corpo poco ciccione e spezie a confondere tostati e note di radice di liquirizia.

Per non rovinarmi la sorpresa, leggo e linko solo a fine post la corrispondente scheda del blog Una birra al giorno.
Per chiudere devo dire che però mi lascia un po' perplesso un aspetto: il rilascio di diverse annate di questa birra, scritte in bella mostra in etichetta, con la parola magica "vintage" a rimarcarne il prestigio.
Si sono preoccupati di far uscire la birra maturata (ok, è chiaro!) nonchè già prontamente invecchiata ma...non rovina un po' la suspance di serbarsi da soli una birra in base alle proprie intuizioni e proiezioni nel tempo? Il Vintage e la possibilità di fare verticali hanno davvero bisogno di essere istigati o sarebbe più sensato che arrivino come esperienza di uno stadio avanzato della degustazione?
Mi abbandono nel dubbio.

Cheers!

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