Birra dell'Anno 2014: risultati e commenti

Anche quest'anno il concorso di Birra dell'Anno, giunto alla nona edizione, porta con sè tanti spunti di discussione.
Avevo occasione di recarmi a Rimini quest'anno, ma logisticamente non mi è stato proprio possibile per cui, come da tradizione, dedico un post a caldo su questa che è la più importante competizione nazionale in tema di birra artigianale italiana.
Partiamo subito col dire che le sessioni di degustazione delle numerosissime birre iscritte alle 26 categorie sono andate avanti durante le giornate di giovedì 13 e venerdì 14 marzo, e a giudicare anche da qualche tweet dei giudici sicuramente sono state tra le più impegnative di questi anni nonostante le note difficoltà occorse in questi mesi per l'organizzazione dell'evento stesso.

Le categorie sono visionabili per intero a questo link, per praticità rilancio le didascaliche etichette accanto alla singola categoria (frutto delle classifiche pubblicate via Twitter da Andrea Turco) per dare una più facile lettura al di là della descrizione completa, ma sappiamo bene che le maglie del regolamento sono abbastanza larghe e lasciano spazi ad interpretazioni più che a stili precisi.

Ecco le classifiche venute fuori dalla proclamazione di sabato 15 marzo, cui seguirà qualche breve opinione sui risultati, con il solito annuale occhio di riguardo anche sulla scena meridionale e pugliese in particolare:

Cat 1 - Italian Lager
1) La Grigna (Lariano)
2) Tipopils (Italiano)
3) Birra Gio (Oldo)

Cat 2 - Golden Ale
1) Gassa d'amante (Del Forte)
2) Speed (P3)
3) Aurora (Vecchia Orsa)

Cat 3 - Koelsch
1) Hauria (Croce di malto)
2) Cavallina (Valcavallina)
3) Alaaf (Pontino)

Cat 4 - Alt e Dunkel
1) Scubi (Birrone)
2) Hell (Batzen)
3) Munich (Estense)

Cat 5 - Bock
1) Doppelbock (Elvo)
2) Falesia (Lariano) e Dubec (Via Priula)

Cat 6 - Ale ambrate poco alcoliche
1) Lilith (Bruton)
2) Hugo (Dada)
3) Reset (Rurale)

Cat 7 - IPA
1) Reale (Borgo)
2) Fre bionda (Fre)
3) Uppercut (Elav)

Cat 8 - APA
1) Gaina (Lambrate)
2) Magnifica (Dell'Eremo)
3) Fior di noppolo (Forte)

Cat 9 - D-IPA
1) Extrema Ratio (Castelli)
2) Verguenza (Menaresta)
3) Psycho Ipa Imperial Ipa (Buttiga)

Cat 10 - Black IPA
1) 2 di picche (Menaresta)
2) Hoppycat (Borgo)
3) Castigamatt (Rurale)

Cat 11 - Strong Ale
1) Negramara Extra (Birranova)
2) Abboccata (Birranova)
3) Bob13 (Gambolò)

Cat 12 - Stout
1) Nocturna (Kamun)
2) Black Maya (Golden Rose)
3) Dadaista (Piazza)

Cat 13 - Imperial Stout
1) Brixia nera (Curtense)
2) Calix Niger (Castelli)
3) Montinera (Piccolo Birrificio Clandestino)

Cat 14 - Barley Wine
1) Terre (Baladin)
2) Xyauyu (Baladin)
3) Geisha (Troll)

Cat 15 - Weizen
1) Cibus (Birrone)
2) Vudu (Italiano)
3) Julia est (Julia)

Cat 16 - Blanche
1) Seta (Rurale)
2) Lunilia (Le fate)
3) Bianca (Bruton)

Cat 17 - Belgian Strong Ale
1) Blondie (Gastaldia)
2) Stoner (Bruton)
3) Triplexxx (Croce di malto)

Cat 18 - Belgian Dark Strong Ale
1) Panela (Dada)
2) Hydra (Opera)
3) Chimera (Ducato)

Cat 19 - Spezie e cereali
1) Fleur Sofronia (Mc77)
2) Verdi Imperial Stout (Ducato)
3) New Morning (Ducato)

Cat 20 - Affumicate
1) Preda (Statalenove)
2) Tosco (Biren)
3) Ghisa (Lambrate)

Cat 21 - Affinate in legno
1) Lune 2012 (Baladin)
2) Terre 2012 (Baladin)
3) Xyauyu barrel (Baladin)

Cat 22 - Birre alla frutta
1) Rubus (Borgo)
2) Figu Blanche (Cagliari)
3) Morale (Lungo sorso)

Cat 23 - Birre alla castagna
1) La Brusatà (Aleghe)
2) Bastarda doppia (Amiata)
3) Carmenta (Le Fate)

Cat 24 - Birre acide
1) Chrysopolis (Ducato)
2) Scires (Italiano)
3) Duchessic (Borgo)

Cat 25 - Birre al Miele
1) Melita (Gastaldia)
2) Melanie (Biren)
3) Mielika (Baladin)

Cat 26 - Birre con mosto d’uva
1) Moscata (Birranova)
2) Beerbera (Loverbeer)
3) Equilibrista (Borgo)

Birrificio dell'Anno
Baladin

Si conferma birrificio dell'anno Baladin, dopo il ritorno al successo dello scorso anno.
Ancora una volta costruisce la vittoria con successi in categorie ricercate, analogamente a quanto avvenuto lo scorso anno. C'è da ammetterlo, su quel fronte non solo solo i concorsi a premiare Teo Musso: quello spirito di innovazione che sin dagli inizi del movimento lo ha spinto verso queste strade non battute, a cavallo tra birra ed altri fermentati, è lo spirito che ritroviamo ancora oggi in queste produzioni, uniche non solo nel panorama italiano. La tripletta (o triplete, come volete...) nella categoria degli affinamenti in legno e la doppietta nei barley wine la dicono lunga...messa così sembra non ci siano rivali (il che non è completamente vero, però ci sta).
Lo scorso anno mi chiedevo se aveva senso essere birrificio dell'anno piazzando solo birre complesse, oggi me lo chiedo ancora ma solo per riproporre lo spunto. In realtà sappiamo bene che non sono queste didascaliche etichette ad indirizzare le scelte di un birrificio, piuttosto il titolo è una mera conseguenza di piazzamenti e calcoli aritmetici, per cui la domanda perde automaticamente di senso all'interno del concorso, magari di senso ne rimane un po' se vista nel contesto del movimento.

Continuando a parlare di grandi birrifici, raccoglie qualcosa in più degli ultimi anni Birra del Borgo, chiaramente non ci è dato sapere rispetto a che percentuale di birre iscritte al concorso dallo stesso birrificio negli anni passati. Ad ogni modo fa buona compagnia a Baladin, ribadendo la solidità di questa coppia di birrifici dai volumi produttivi ben superiori alla media degli altri.
Possiamo includere in questo gruppo che da duo sarebbe un trio anche Birrificio Italiano, un habituè di questo concorso. Che però, ultimamente, maledizione vuole che non possa festeggiare con il gradino più alto del podio la sua Tipopils: l'ultimo trionfo risale al 2007. Non dubito della qualità, anche perchè i concorsi sono gare secche che difficilmente danno indicazioni generali, ma rappresenta comunque un peccato che questa birra non raccolga riconoscimenti nonostante il blasone raccolto in tutti questi anni, soprattutto quando rappresentava uno dei fari del movimento italiano. Non vorrei però che proprio il blasone crei aspettative eccessivamente alte per essere soddisfatte.

In evidenza quest'anno più conferme che soprese, direi. Raccolgono tanto Bruton e Ducato: l'uno sta andando in questi ultimi anni verso una maggiore affermazione con tocchi personali che non stravolgono gli stili di riferimento delle birre, l'altro pietra d'angolo della birra italiana che non ha bisogno di elogi ulteriori e che trova sempre e comunque tempo per nuove sperimentazioni (vedi la Chrysopolis, presentata a dicembre e già premiata) non adagiandosi sugli allori nè sulle spezie, categoria dove ha fatto doppietta. Bella figura anche per Rurale, Croce di Malto, Birrone, Birranova, Menaresta, Dada...insomma, un sottobosco di birrifici affermati da meno di un decennio da ormai non più da pochi anni che sta progredendo a vista d'occhio e che trova in questo concorso semplicemente delle conferme e non un'occasione per far parlare di sè.


Chi altro ne esce bene? Beh, in tanti raccolgono un riconoscimento. Le categorie luppolate IPA, APA, D-IPA e Black IPA vedono tutti i gradini del podio assegnati, e considerate le lacune degli scorsi anni, potrebbe far notizia, in due sensi: la distinzione delle categorie ha dato i suoi vantaggi aiutando a focalizzare meglio le caratteristiche richieste e donate dalle birre partecipanti e/o le birre e gli stili di riferimento stanno cominciando ad essere interpretati in modo migliore: mi sentirei di dirlo soprattutto notando la composizione internazionale della giuria. Adotterei entrambe le spiegazioni anche se a pelle mi pare un po' più importante la divisione in diverse categorie.
Una postilla merita il Lambrate-gate che sta arrovellando più di un appassionato: qualcuno si chiede se la Gaina, vincitrice della categoria APA, sia realmente una alta fermentazione. A parte quel che leggo nei meandri del web, non ho fonti certe e mi rimetterei a chi eventualmente dovesse sapere.

Vorrei anche sottolineare come in alcuni casi possa essere determinante per birra e birraio individuare la giusta categoria di iscrizione. Non intendo la scelta per evitare che si sbagli categoria o stile, ma quella scelta che porti una maggiore attenzione verso la birra in questione rispetto alle altre nella categoria stessa. Esempi pratici: Verdi Imperial Stout nella categoria delle spezie per la presenza (legittima) di peperoncino chissà che giudizio avrebbe suscitato tra le sue pari imperial stout. così come la Cavallina tra le koelsch (probabilmente per una questione di lieviti) che io ricordavo come golden ale di ispirazione anglosassone (o magari sto prendendo un granchio quando invece è semplicemente cambiata la ricetta). Scelta determinante fino ad un certo punto, ovviamente, parliamo di birre buone e premiate proprio per questo motivo, sia chiaro.

Un altro sassolino riguarda la scelta degli stili e delle categorie. Il concorso è collaudato ormai e riconosciuto come il più attendibile tra quelli esistenti. La cosa che vorrei dire è che però in questi anni, per includere il maggior numero possibile di birre e produttori e per meglio incastonare le varie produzioni, si sono tenute larghe le maglie delle categorie, lasciando spazio a molte interpretazioni premiando non tanto l'aderenza agli stili piuttosto cercando di valorizzare quel che di buono avessero le birre partecipanti al di là dell'aderenza stessa. Questo per me andava bene in una fase iniziale, ma successivamente ha perso (a mio parere) un po' di senso. Si riesce più facilmente a leggere il panorama italiano, questo è chiaro, ma ora nel 2014 non si corre il rischio di mettere al primo posto gli sregolati creativi ed al secondo gli scrupolosi degli stili? E soprattutto...se si proponesse qualche stile in una maniera italica ma con magli più strette, cercando di indirizzare verso quella categoria la buona mano dei birrai italiani che brassano una determinata tipologia più di altre (tipo una Italian A-IPA non potrebbe mai esistere?), non si creerebbe un bell'effetto didattico che, crescendo anno dopo anno, possa essere in grado di costruire una identità birraria nazionale più che emularne quelle altrui (USA in primis)? Per esempio, quella categoria Italian Lager va già in questo senso, restringe più il campo e dà delle direzioni, vorrei vedere un giorno questo tipo di spinta verso un'innovazione selettiva anche in altre categorie. Perchè la sperimentazione, ok, ed in questi anni chi ha voluto sperimentare ha avuto briglia sciolta e poche sgridate, ma qualche strada forse un giorno bisognerà pur prenderla.
Pippa mentale mia, lo so...però mi frulla nella testa troppe volte questo interrogativo e non c'è occasione migliore per ribadirlo. Chiaramente pongo la questione con uno stato d'animo costruttivo, non polemico nè distruttivo del buono che il concorso rappresenta.

Le sorprese che mi paiono più evidenti sono gli exploit dei nuovi arrivati: Birrificio dei Castelli Birrificio Castelli Romani viene premiato per la migliore D-IPA (le hophead romane sono avvertite) oltre ad un altro podio, il piemontese Elvo per la migliore (doppel)bock, Curtense per la migliore Imperial Stout ma anche altri, non voglio mica ripetere l'elenco. Ad ogni modo mi sembrano meno dello scorso anno e dei precendenti. I motivi potrebbero ricadere sia sulla logistica dell'edizione di quest'anno che sulla qualità dei nuovi birrifici, ma non sapendo chi vi ha partecipato è impresa ardua azzardare opinioni.

A margine ancora qualche considerazione, stavolta di tipo geografico.
Inutile stare a fare classifiche per regione, almeno, non mi interessano più di tanto dato che non tutti partecipano a questo concorso (purtroppo...sbagliando, a mio parere). Però, ancora una volta, notare poco sud anche nelle classifiche è un vero peccato e soprattutto non racconta la realtà di fermento che invece si vive e si nota. Di non centro-settentrionale compaiono solo Birranova per il sud e i due sardi Birrificio di Cagliari e P3 Brewing per le isole, molto meno degli altri anni. Il dilemma, però, è sempre lo stesso: partecipano in pochi o raccolgono solo in pochi?
In barba a qualsiasi strategia e polemica, la conferma di Birranova parla da sè, migliorando i risultati dello scorso anno. Stavolta un oro con la Moscata (ma io lo dicevo che quella di quest'anno era strepitosa!) nella nuova categoria delle birre con mosto d'uva ed una doppietta oro-argento tra le strong ale, con la Negramara Extra che bissa il successo dello scorso anno e l'Abboccata ancora premiata. C'è da riconoscere in Donato Di Palma anche il coraggio e la fiducia rispetto al concorso ma anche rispetto alla voce in capitolo che un birrificio di una frazione sperduta della Puglia può avere nel contesto nazionale. Manca questa convinzione altrove a queste latitudini o c'è ancora da lavorare sulle birre prima di azzardare delle iscrizioni al concorso più importante d'Italia?
Credo continuerò a chiedermelo e a parlarne in giro fino al Birra dell'Anno 2015...

In barba ad ogni difficoltà, mi sembra il concorso sia stato più che riuscito e non si sia avvertito (almeno dall'esterno) il benchè minimo problema rispetto all'assenza della manifestazione del Rhex come nelle passate edizioni.
Alla fine l'obiettivo trionfa su tutto il resto e mi sta bene.

Cheers!

Commenti

  1. Una precisazione Angelo: a vincere nella categoria di riferimento è stato il marchigiano Birrificio dei Castelli e non il laziale Birrificio dei Castelli Romani. Anche io inizialmente ero caduto in errore.

    Preciso anche che i nomi delle categorie li ho dati io ieri in diretta per motivi di tempo/spazio, ma in molti casi non erano riconducibili a un singolo stile.

    Per il resto, condivido con te praticamente tutto.

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    1. Ah ecco...correggo, grazie.
      Sul binomio stili-categorie capisco perfettamente, in effetti gradivo più che altro la praticità.
      Anzi, forse è anche un desiderio il mio quello di vedere birre che si adattano alle categorie e non categorie che si adattano al panorama delle birre.

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  2. Per un errore di comunicazione, la terza classificata nella Cat 9 - D-IPA del birrificio la Buttiga, non si chiamo Imperial Ipa, ma Psycho Ipa.

    Grazie,
    Isacco di la Buttiga

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  3. Anche nel birrificio Oldo, terzo nella cat.1 ha il cuore esposto a sud!
    FRANCESCO

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    1. E già, ricordo della tua provenienza pugliese!
      Complimenti anche a voi, Francesco, avevo letto bene della vostra pils non ricordo su che forum.

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    2. Non lo so! Comunque io non ho origini pugliesi, SONO PUGLIESE! Riguardo alla pils ti devo confessare che è stata una gradita ma inaspettata sorpresa, siamo agli inizi ma sembra ci siano buone prospettive per il futuro, una cotta alla volta direi...piano piano. Passa di qui quando ne hai voglia. Ciao
      FRANCESCO

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