BBF 2015: il mio resoconto

È stata dura riprendersi, tra stanchezza e canicola, ma anche questa edizione del BBF va raccontata.
Chi mi legge sa del legame con questa manifestazione, che trascende la territorialità ed i legami con i birrifici maggiormente coinvolti.
Non amo i festival più di tanto, ma questo lo vivo in prima persona soprattutto perchè ci spillo le birre. La prospettiva cambia molto, ed anche il numero delle birre bevute, la continuità degli assaggi nei giorni e le facce della gente che quelle birre le viene ad ordinare al bancone dove io ed altri lavoriamo senza molte pause.


Sarà essenzialmente un post di assaggi, anche se si è trattato di bicchieri interi e non di due dita di birra.

Partiamo dalle birre di casa. Birranova si presentava con un numero di birre a doppia cifra, tra stagionali e classiche. Quelle che mi hanno impressionato per stato di forma sono state la Arsa e la Novapils. L'una è la storica smoked porter realizzata con grano arso, che quando è in forma ha poco da spartire con altre della sua categoria. Per l'occasione era anche spillata al carboazoto, e la bevuta ne risultava agilissima e molto appagante. L'altra è stata davvero una sorpresa, dato che in qualche assaggio passato non l'avevo gradita. La sua indole germanica si sposa magicamente con un tono luppolato di basso profilo ma ben avvertibile, che spezza la monotonia che questo stile rischia di portare con sè in qualche interpretazione e slancia verso territori fruttati questa birra.
Birranova si presentava con altre due birre nuove, ma vorrei parlarne in un altro post perchè di novità pugliesi ultimamente ne sono arrivate.


Andiamo ora sulla selezione regionale. Segnalo la Red River di Birra del Sud in buono stato, nonostante quel pizzico di malti caramello non sia il massimo per l'estate. Bene anche le ormai classiche Hirderga e Fortemalto, rispettivamente di Decimoprimo e Svevo, canoniche e scolastiche nella realizzazione di oatmeal stout e tripel. Qualche problemino sulla Murgiana di I Peuceti, ma la speziatura importante di questa saison atipica hanno comunque brillato. C'era anche Ebers, con la sua black IPA Hopsfall e una nuova blanche, che andrà a finire nel prossimo post.

Per il resto la selezione nazionale ha dato la possibilità di assaggiare birre di un paio di nomi.
Croce di Malto si è presentato con l'ormai collaudata Helles Diablo, helles al peperoncino che personalmente ho trovato decisamente più inquadrata di qualche assaggio di anni fa. Buonissima la Temporis, saison davvero con i fiocchi grazie ad una rusticità ed a toni campestri davvero molto piacevoli. Meno eclatante, secondo me, la stout Cabossa, eccessivamente inquadrata sui toni caffettosi e poco profonda.
Altro birrificio ospite è stato Birrone: la Punto G è una certezza ormai, una bock così difficilmente si trova in Italia. La Heaven, blanche, non riscuote le mie simpatie: mi è capitato già di berla anche in bottiglia ma non mi piace il ruolo troppo marginale delle spezie. Una novità era la Sax Alto, birra molto leggera realizzata con ribes e lattobacilli. A me non è piaciuta molto: i primi sorsi sorprendono e regalano sensazioni di frutti di bosco tenui. Ma poi ci si dimentica di bere birra e sembra tutto molto edulcorato, spostato su un drink o un cocktail e svanisce la piacevolezza.
Di Birra del Borgo ho apprezzato moltissimo la Keto Reporter, birra al tabacco dove questo ingrediente si mantiene correttamente nascosto: la birra, di suo, è già molto profonda e rotonda, per cui è un gran bene.


Gran bella birra anche la Sèntite Libero, realizzata da Valter Loverier di Loverbeer con e per i ragazzi di Vale La Pena: saison invernale, scura, ingredienti bizzarri come puntarelle, broccoletti, cicorie di campo e carciofi a fare da gruyt amaricante a questa birra. L'ho trovata molto belga nell'anima, e questi ingredienti si sentivano molto molto poco, conferendo un leggero amaro vegetale. Molto interessante.

Per quanto riguarda le birre internazionali, Titanic è stata una sorpresa al negativo, almeno per me. la strong ale Captain Smith aveva un diacetile e dei toni burrosi davvero evitabili, mentre la white IPA Iceberg aveva un carattere fenolico che mi ha fatto storcere il naso, indipendentemente da che birra volesse essere. Sorvolo su altri nomi, di cui poche gocce mi hanno fatto lavandinare il bicchiere senza voler neppure sapere il nome delle birre. Buone però la Lagonda di Marble e la Oregon di Summer Wine.
Le ultime due birre di cui parlo hanno preso la scena e sono sicuramente da eleggere a birre del festival.


La prima è la XX Bitter di De Ranke. Cos'altro aggiungere a riguardo? Nulla, soprattutto se era in forma come in quelle sere, sbaragliando tutti i modernismi che non sanno più dove pescare idee e combinazioni. Quando certi luppoli del Poperinge si infondono in un grist di malti così, i risultati non possono che essere eccellenti.
L'ultima è la Gose di Bayerische Bahnhof, leggendario nome di Lipsia legato a questo stile di birra salata: leggeri lattobacilli e coriandolo al naso, e salinità gentile in bocca ed una grande eleganza e pulizia. È andata polverizzata in poche ore nonostante non ci fosse un pubblico di grandissimi appassionati.

Una postilla merita il giorno di lunedì, ultima giornata, dedicato ad un seminario condotto da Michele Galati del The Dome di Nembro (BG) in cui si sono affrontati temi e casistiche del servizio, da spina e da bottiglia, e del trattamente dei fusti e dell'impianto di spillatura.
Una persona che avevo già conosciuto e visitato nel suo pub e che è davvero una delle figure più preparate in tutta Italia. È stato bello trovare certe conferme nei suoi insegnamenti e qualche sorpresa, da appuntare e ricordare per le esperienze a venire.


Al di là di tutto, delle birre bevute e del lavoro svolto, è sempre entusiasmante essere al di qua delle spine, almeno per me. Attaccare un fusto piuttosto che svuotarlo nel giro di un'oretta, servire persone diffidenti e vedere la loro faccia ai primi assaggi positivi sono esperienze che regalano un contatto molto ravvicinato, puro e piacevole col popolo della birra.
Un'edizione, ancora una volta, andata piuttosto bene e che rappresenta ancora una volta un punto di incontro fondamentale per il movimento meridionale e pugliese: è stato davvero bello trovare gente venuta da lontano per esserci, bere e condividere momenti di gusto e leggerezza.

Cheers!

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